Bamboccioni? a 18 anni, fuori casa!

Mi piacerebbe avere uno scambio di idee al proposito con voi, che mediamente appartenete a una o due generazioni precedenti la mia, quindi avete vissuto il costume Italiano anche nei decenni passati.

Non posso che sottoscrivere il fatto che tanti giovani amano restare fino in età avanzata in casa, serviti e riveriti, magari con la scusa degli studi che si protraggono...

Oggi si propone lo schema britannico dei giovani che, appena maggiorenni e con un lavoretto da fare, escono di casa con la fidanzata e si divertono. MAgari un pò aiutati dai genitori. Ma comunque si fanno l'esperienza di vita. Però mancanti di una maturità che solo ben dopo i 20 anni si raggiunge, alla luce del vissuto.
E così magari nascono bambini, poi lei o lui se ne va, e tutto finisce a scatafascio. Ma questo è un caso limite.

Si dimentica però che un tempo ci si sposava e si andava a stare in casa con i genitori di lei o di lui, e questa era quasi consuetudine!

Oggi la scarsa maturità, la scarsa capacità di assumersi responsabilità o prendere decisioni che purtroppo caratterizza molti miei coetanei, nel raggio di 4/5 anni dalla mia età, rende un salto nel vuoto affrontare la vita direttamente senza i "cuscinetti parentali". Anche perchè si studia di più, e i primi lavori sono ben lungi dal rendere indipendenti economicamente.

Ora mi chiedo, com'era la situazione 30 anni fa?

30 anni fa' c'era lavoro per tutti e case in affitto.
Senza questi 2 elementi è impossibile trovare la via dell'indipendenza, e di conseguenza dell'esperienza di vita......

personalmente a 24 anni ero fuori dalle palle....con la tipa

aggiungiamo che forse i genitori , oggi , sono + diciamo accomodanti....e l'esigenza di andarsene è meno forte
mah....

La differenza di età tra genitori e figli ..molto spesso era enorme come anche differente era il modo di vedere le cose ,tanto da generare incomprensioni e e malumori che spesso degeneravano in liti anche furibonde....parlo per esperienza personale ma la piu parte dei miei amici a 18 anni avevano padre e madre Ultracinquantenni.
Questa per me è stata una delle principali cause dell'allontanamento precoce dalla casa paterna.
Differente è il rapporto che ho con mia figlia ,amichevole e di quasi totale condivisione di interessi ....nemmeno 20 anni ci separano un dall'altra e soprattutto la maggiore cultura fa si che si possa essere piu tolleranti e comprensivi uno nei confronti dell'altro.
Questa mi sembra "una" delle possibili cause che un figlio oggi possa vivere bene anche a casa di Mamma e Papà.

Concordo con Triodo su casa e lavoro ma soprattutto sul bisogno di indipendenza. Io, come molti miei coetanei, sono uscito da casa dei miei appena terminati gli studi (per l'anagrafe 1975), avevo trovato un lavoro che mi permetteva di vivere senza largheggiare e pagare l'affitto, la prima moto l'ho comprata usata e a piccole rate solo qualche anno dopo. Benchè i miei genitori fossero assai tolleranti sentivo il bisogno di avere una vita mia e di autodeterminarmi. Non credo che i giovani di allora fossero migliori o peggiori, erano semplicemente diversi. La società è, secondo me, molto cambiata, i bisogni, veri o indotti, sono molto aumentati e questo crea aspettative molto diverse. Tratto quotidianamente con giovani di 20-25 anni e non sono assolutamente d'accordo nel definirli bamboccioni, non sono nemmeno convinto che siano immaturi. Sono solo al passo con i tempi.

Al di là delle aspettative, che di sicuro sono cresciute con il progresso ed il livello culturale, c'è da dire che oggi riuscire a trovare una collocazione professionale in grado di garantire l'indipendenza economica è un grave problema. Se vogliamo aggiungere che il tempo dedicato all'istruzione è cresciuto parecchio (ormai la laurea è uno standard), si è pronti ad entrare nel mondo del lavoro, se va bene, a 25 anni. E molte discipline prevedono un periodo di apprendistato di anni mal pagato o non pagato per niente.
Secondo me un sistema che funziona deve prevedere la possibilità di avere una collocazione che garantisca un reddito sufficiente all'indipendenza appena finiti gli studi. Non si può cominciare a costruire la propria professione oltre i 30 anni, se si è bravi e fortunati per giunta.
inutile dire che anche l'iniziativa imprenditoriale ha una frazione delle possibilità di successo che poteva avere qualche decennio fa.

Tanta gente dell'età di mio padre critica la mia generazione, giudicandola non all'altezza rispetto alla propria. Vorrei avere la bacchetta magica, ringiovanirli di 30 o 40 anni, regalare loro una laurea a pieni voti e freschezza mentale e buttarli in mezzo ad una strada con 2.000 euro in tasca. E poi vedere se riescono ad arrivare a festeggiare il primo capodanno non sotto ad un ponte.

Credo che criticare le generazioni successive sia un pò una costante. Anche la mia generazione è stata criticata da quella precedente. Sembrava che nulla di quel che facevamo andasse bene. Secondo me da parte di molti c'era e c'è un rifiuto di capire e accettare che la società, il mondo del lavoro, i rapporti personali ecc. cambiano e quindi cambiano anche comportamenti e modi di essere.


@Gustav. Anche se non critico i giovani potresti ringiovanire anche me? Diciamo di un 35 anni.

Vedo che avete centrato il problema...

Il fatto è che io mi sento di criticare anche i miei coetanei per certi versi.
Ma a parte questo, obiettivamente concordate anche voi che almeno fino a 30 anni avere una professione e una professionalità è cosa divenuta ben difficile e rara.

Sarà questione di formazione (dalla scuola e personale), oppure è questione che il sistema ci vuole far finire gli studi tardi e ci vuole mandare in pensione a 80 anni? Se si allunga la vita, aumentano pure i consumi che facciamo, e il mercato diviene più grande; ma al contempo se si lavora per 50 anni tutti per forza, significa comunque meno posto per lavorare...

Non lo so',personalmente non mi sento di criticare nessuna generazione........
Bamboccioni o no,secondo il mio pensiero dipende tutto dall'aspetto economico nel quale uno si trova......se lavora o studia.
Personalmente ora ho 32 anni,a 18 sono andato via di casa.....premetto che nessuno mi ha obligato,avevo solo voglia di indipendenza economica,non volevo piu' dipendre dai miei genitori.
Ho cominciato a lavorare all'estero....l'anno successivo ho intraperso l'acquisto della casa......
Ora a 32 anni mi ritengo soddisfatto sia sotto il profilo economico che famigiare.

spesso fare una scelta coraggiosa come la tua paga

tu infatti hai casa e famiglia, non ti lamenti di nulla, hai certo lavorato sodo per guadagnarti la serenità

io a 26 anni ho uno stipendio che non basterebbe a pagarmi l'affitto e vivere, forse se avessi casa pagata me la caverei

e come me tantissimi, che dopo la laurea si trovano con un lavoretto sottopagato

invece altri che fanno lavori certo più pesanti e non so che prospettive, che prendono 2/3 volte tanto, alla stessa età

non so chi ha fatto bene...

invece altri che fanno lavori certo più pesanti e non so che prospettive, che prendono 2/3 volte tanto, alla stessa età

non so chi ha fatto bene...

...loro