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Stralcio qualche passo da quanto riportato qui:
http://www.repubblica.it/scuola/2011/01 ... ef=HREC1-3


Il tribunale di Bologna ha ordinato la produzione di 45 moto per pagare i debiti della Morini.
Le 45 moto (16 scrambler e 29 Granpasso) verranno assemblate con i pezzi rimasti nel magazzino e verrano vendute a senza garanzia.
Le richieste sono arrivate da tutto il mondo e il curatore fallimentare dubita di riuscire a soddisfarle tutte.
Sul futuro della Morini e sulla possibile riapertura non c'è nulla di sicuro perchè, anche se si sono proposti la Nuova Garelli di Paolo Berlusconi e un italo-americano, non c'e ancora una proposta concreta.

Sarebbe bello se si riuscisse a far rinascere un marchio così glorioso.
Sembra che i sindacati si siano messi di traverso. Credo che in simili situazioni sia il caso di offrire la massima apertura a tutte le possibilità che possano garantire un futuro, compresa la rinuncia a diritti acquisiti per creare la possibilità, quando la situazione futura lo permetterà, di rinegoziarli.

Non ho notizie certe e mi rifaccio a quanto dice l'articolista di Repubblica.
I sindacati si sono messi "di traverso" quando la Nuova Garelli ha rifiutato di mettere "nero su bianco" l'assunzione dei lavoratori.
Al contrario c'è un accordo dei sindacati con la proposta dell'italo-americano.
Io, al di là della situazione della Morini, credo che ci siano diritti che fanno parte del vivere civile e garantiscono la dignità delle persone che sono irrinunciabili.

Sono legato sentimentalmente a questa Marca .....vorrei tanto anch'io rivederla prosperare......

Concordo. Anche se quando è necessario bisogna saper essere pragmatici.

Cioè i diritti sono irrinunciabili solo in teoria poi nella pratica è tutto un altro discorso.
Però per eliminare i diritti ci si mette un attimo, per guadagnarli ci sono volute generazioni.
I diritti e i doveri dei cittadini sono sanciti dalla Costituzione e dalle leggi dello stato, nel caso particolare lo "Statuto dei Lavoratori", il loro rispetto, di diritti e doveri intendo, qualifica la civiltà di una nazione. Se questo viene meno alla fine vale tutto e allora si rischia di ritrovarsi a vivere e lavorare in situazioni che tutti a parole condannano"