Diatriba sulle Laverda...

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supertitti

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Messaggio 24/02/2012, 16:45

Re: Diattriba sulle Laverda...

Eccoloooo !!!! è lui quel " Giorgio " della Laverda !!!!! : Chessygrin :


Hooo era ora che ti iscrivessi al forum !!!!!


Benvenuto !! : Groupwave : : Welcome : : Groupwave :
Chi va piano va sano e va lontano.....ma non arriverà mai Primoo !!!
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Cutta

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Messaggio 24/02/2012, 19:39

Diattriba sulle Laverda...

Benvenuto.
Proviamo chiedere a lui, che di Laverda è un esperto!
L'hai presa nera perché rossa non teneva e diventava arancione?
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barracuda

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Messaggio 24/02/2012, 23:28

Re: Diattriba sulle Laverda...

Ciao Giorgio : Welcome :
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Kiko

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Messaggio 25/02/2012, 0:52

Re: Diattriba sulle Laverda...

Ciao Giorgio, : Welcome :
La Laverda è nera perchè stava sempre dietro alle Bol d'Or che fumano dagli scappamenti. :lol: :lol:
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giligill

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Messaggio 25/02/2012, 11:12

Re: Diattriba sulle Laverda...

chi stava dietro!?
PS contini!!??? devo sempre spiegarti tutto!!!!!
erano arancio quelle da gara!!!
Allegati
world champion SFC 750 & Uncini 1974.jpg
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giligill

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Messaggio 25/02/2012, 11:22

Re: Diattriba sulle Laverda...

Laverda 6v1000, Bol D' Or, 24h de Le Castellet, Paul Richard (France) 16/17-Sept. 1978; Pilotes: Carlo Perugini et NICO CEREGHINI.
n.26 Laverda 6v1000, 140 CV, 11'500 rpm, 287 Km/h.
Allegati
cereghini_laverda1000_V6_boldor.jpg
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giligill

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Messaggio 25/02/2012, 12:07

Re: Diattriba sulle Laverda...

<< E’ sicuro che fossero colpi di arma da fuoco?>>.
<< Per niente. Poteva essere una moto. E infatti poco dopo è passata una moto di grossa cilindrata>>.
Questa fu la risposta che un finanziere diede al commissario Montalbano durante una delle sue indagini.

Montalbano? E che ci trase Montalbano? Nenti! Ma che il suono aperto degli scarichi da corsa della Laverda SFC 750 assomigliasse a dei colpi di arma da fuoco era cosa vera!

Del resto, che l’intenzione dei tecnici di Breganze fosse quella di realizzare una vera e propria motocicletta da corsa fu chiara fin da subito, lo si capiva già dal primo sguardo. Se non fosse stato per quelle appendici, obbligatorie per l’utilizzo stradale, veniva difficile credere che quel prestigioso bicilindrico dal “sound” a dir poco assordante potesse circolare liberamente sulle strade di tutti i giorni. La SFC, oltretutto, veniva fornita con tromboncini e rapporti finali diversi, in modo che i proprietari potessero agevolmente modificare la moto per le gare o per la strada.

Il perché, invece, di quella colorazione un po’ “pacchiana” restò sempre un mistero. C’era chi sosteneva che quell’arancione troppo acceso fosse stato scelto per rendere facilmente visibile la moto agli uomini del box, e c’era chi sosteneva che per assemblare la SFC fossero state utilizzate le giacenze di magazzino delle macchine agricole Laverda.
Di fatto, questa “silhouette” minimalista e appariscente, con le sue vittorie e la sua forte personalità, non passò inosservata. Le sue spiccate doti sportive fecero sì che molti giovani piloti la scegliessero come moto per iniziare a correre tra i grandi. Virginio Ferrari, Franco Uncini e Marco Lucchinelli, tre campioni del mondo, agguantarono le prime vittorie proprio in sella alla bicilindrica di Breganze.

Presentata ufficialmente al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano nel novembre del 1971, fu realizzata fino al 1977 in tre serie successive, e ne furono prodotte, compresi gli esemplari pre–serie, solamente 549. Ecco perché oggi è una moto molto ricercata dai collezionisti.

Il bicilindrico in linea raffreddato ad aria, capace di erogare la bellezza di 72 cv e di spingere la SFC a quasi 220 km/h, era il vero gioiello di questa moto, tant’è che nelle prime due serie rimase sostanzialmente invariato. La parte più pregevole, dal punto di vista tecnico, era certamente l’albero motore, composto da sette parti unite per forzamento e con un peso soli 15 kg, inferiore di 4 kg rispetto a quello della sorella stradale SF.
Per la terza serie, invece, furono modificati alcuni particolari come le camere di scoppio e l’albero a camme. Furono inoltre adottati un radiatore per il raffreddamento dell’olio e l’accensione elettronica Bosch.

Ma fu sulla ciclistica che si intervenne più pesantemente. Nella seconda serie il telaio fu riprogettato completamente, allo scopo di abbassare l’altezza della sella che, unitamente al peso considerevole, rendeva la SFC poco maneggevole nei percorsi tortuosi. Furono inoltre rivisitate le sospensioni e i pesanti e tradizionali tamburi lasciarono spazio a tre dischi da 280 mm di diametro di produzione Brembo. Gli ultimi 37 esemplari, inoltre, furono “arricchiti” con cerchi in magnesio a cinque razze.

Un motore potente, quindi, ma anche molto affidabile, come testimoniano i numerosi successi ottenuti nelle gare di durata più impegnative, come la 24 ore di Barcellona e le 500 km di Modena e Vallelunga.

Non saprei dirvi se la SFC sia stata la meglio riuscita di tutte le motociclette uscite dagli stabilimenti di Breganze, ma di certo il suo inconfondibile “urlo” resterà per sempre uno dei più affascinanti della storia del motociclismo.


...e questo è quanto.
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supertitti

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Messaggio 25/02/2012, 15:43

Re: Diatriba sulle Laverda...

Un pò di storia sulle Laverda......niente male direi .....

mo bravo Giorgetto ! : Thumbup :
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clodomorini

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Messaggio 25/02/2012, 17:07

Re: Diatriba sulle Laverda...

A me quell'arancione è sempre piaciuto ;-)
Memento Audere Semper , Chi Vola Vale Chi Non Vola E' Un Vile
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giligill

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Messaggio 27/02/2012, 10:30

Re: Diatriba sulle Laverda...

Le mostre tematiche di Passione Moto. Laverda Corse: le arancioni non tramontano mai
Torna Passione Moto, in programma a Padova il 3 e 4 marzo. Tra le novità dell'edizione

Hanno segnato la storia italiana ed internazionale della moto ed ora calcano le scene di Passione Moto 2012: il team Laverda Corse, tra cui molti volti noti: l'ingegnere Piero Laverda, Augusto Brettoni, Edoardo Dossena, Fernando Cappellotto e tanti altri; da lungo tempo si occupa di recuperare, restaurare, conservare e promuovere le moto Laverda.

Particolarmente ricca la mostra tematica che Laverda Corse cura per Passione Moto 2012: tra gli altri i modelli di punta, come la Laverda 500 Endurance vincitrice della 24 ore di Barcellona nel 1978 e 1979, il prototipo da corsa 1000 V-6 e la più conosciuta Sport Production Italiana degli anni '70: la Laverda 750 SFC, tutte appartenenti alla collezione della famiglia Laverda.

Nel secondo dopoguerra, vicini a quegli anni che videro gli italiani salire in sella e passare dalla bicicletta ai motori, il fisico e già direttore tecnico della Laverda macchine agricole decise di occuparsi di motocicli. Da quel momento in poi la Laverda percorse tanta strada, almeno quanta ne percorsero i suoi modelli, vincitori di numerose competizioni sportive.
Francesco Laverda trasmise questa grande passione ai propri discendenti, tra i quali Massimo Laverda, che negli anni Sessanta convertì la Laverda alla produzione di moto di grossa cilindrata, le celebri 750 cc e 650 cc, che affiancano la mai cessata produzione dei modelli di media e poi piccola cilindrata che ne determinavano il successo di mercato, e la produzione di modelli da competizione, contraddistinti dal colore arancio che divenne una sorta di firma della casa.
Con l'avvento del nuovo secolo la crisi della Laverda si fece però sempre più aperta, costringendo gli eredi del fondatore a cedere il marchio all'Aprilia, che nel 2006 mise in stand-by la produzione delle arancioni.
In questo contesto si fa sempre più decisiva l'azione del gruppo Laverda Corse, perché questo passato glorioso non venga scordato e, perché no, per far sì che la Laverda un giorno torni a risplendere almeno quanto le moto che questo gruppo esporrà a Passione Moto.
Moto.it

26/02/2012
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